giovedì 20 febbraio 2014

Monumenti di Todi e dintorni

MONUMENTI DI TODI E DINTORNI
a cura di: Alessandro Albergotti, Samy Flah, Gianmarco Remia, 
Luca Truffini e Lorenzo Vittori
Immagini a cura di Michela Bernardini


LA CHIESA DI SAN FORTUNATO

La chiesa francescana di S. Fortunato sorge su un preesistente edificio (1192). La costruzione fu iniziata nel 1292 con la creazione del coro e di due delle quattro arcate (1328); dopo un periodo di sospensione dei lavori, questi ripresero nel 1408, per essere conclusi nel 1464. Nonostante ciò, la facciata, opera di Giovanni di Santuccio di Fiorenzuola, non fu mai terminata (1415-58). Magnifico, comunque, il portale maggiore a sesto acuto (1420-36), finemente scolpito con scene del Giudizio universale, tanto da ricordare la decorazione di quello del Duomo di Orvieto. I due leoni in pietra, in cima alla scalinata, provengono dalla precedente chiesa romanica. L’interno è a sala, cioè con le tre navate della stessa altezza, secondo uno stile nordico della “Hallenkirche”, che in Umbria si ritrova anche a Perugia (S. Domenico e cattedrale di S. Lorenzo). La chiesa di S. Fortunato ne è l'esempio più grandioso e meglio conservato nell'Italia centrale con le navate scandite da pilastri poligonali e le volte a crociera.

Una singolarità della chiesa è la presenza delle cappelle laterali, progettate fin dall’inizio della costruzione (come a S. Trinita di Firenze); una creazione architettonica che si affermerà, poi, nel Rinascimento. Le cappelle servivano da sepolcreti delle famiglie abbienti, che dietro a pagamento, contribuivano a finanziare, in parte, i costi della costruzione della chiesa.
Nella cripta sottostante è sepolto Jacopone da Todi (1230-1306), il fervido frate francescano appartenente all’Ordine dei frati Minori. Nell'ambito del rinnovamento dell'ordine, Jacopone appoggiò la schiera degli Spirituali ed entrò in lotta con la Curia Romana, tanto che venne scomunicato. Si rifugiò nel convento di S. Lorenzo di Collazzone, dove morì la notte di Natale del 1306. Poeta in lingua latina (gli viene attribuito il testo della famosa “Stabat mater dolorosa”), Jacopone viene ricordato anche per le “Laudi” in lingua volgare italiana.


IL CONVENTO DI MONTESANTO

Pare che nell'antichità Montesanto fosse chiamato Monte Mascarano, per la presenza di un tempio dedicato al dio Marte e alla dea Bellona. Nel 1235 Buono, Abate di San Fortunato, cedette al beato Ruggero da Todi il terreno per costruirvi un Monastero di clarisse, dietro richiesta di Gregorio IX. Probabilmente anche Jacopone da Todi fece parte della comunità dei religiosi posti al servizio del monastero.


LA CONSOLAZIONE


Il Tempio della Consolazione di Todi è uno degli esempi rinascimentali più importanti di chiesa a pianta centrale. Si tratta di un’architettura di rilevanza nazionale ed internazionale attribuita a Donato Bramante. La Chiesa, posta fuori delle mura della città di Todi, fu iniziata nel 1508 per celebrare l’episodio accaduto davanti ad un'edicola dedicata alla Madonna. Si racconta, infatti, di un operaio che, mentre puliva dai rovi l’immagine della Madonna col Bambino e santa Caterina d'Alessandria, si deterse con il panno che stava usando un occhio semispento per una fastidiosa cataratta e questo miracolosamente guarì. Il popolo accorse ed immediatamente i maggiorenti della città decisero di innalzare alla Madonna, detta appunto “della Consolazione”, un tempio bellissimo e di grandi dimensioni. La Chiesa venne ultimata agli inizi del XVI secolo.



LA PIAZZA E IL DUOMO DI TODI


La piazza moderna di forma quadrangolare, in passato presentava dimensioni molto maggiori alle attuali, dove la cattedrale si trovava proprio al centro fino al XV sec. Nel 1438 risulta che la famiglia degli Atti costruì un proprio palazzo, riducendo così il volume della piazza, poi ampliato dal vescovo Angelo Cesi, verso la prima metà del '500.



Alla cattedrale si accede tramite una scalinata che conduce a 2 terrazze. La facciata risale al XIII secolo, ma fu oggetto di diverse modifiche, l'ultima nel Cinquecento. Il pregevole rosone centrale venne iniziato nel 1515 e fu compiuto sotto il vescovo Biliotti fra il 1517 ed il 1523. Le sue vetrate non sono originali, ma risalgono ai lavori di restauro ottocenteschi portati avanti dal famoso maestro vetraio Francesco Moretti. Il portale maggiore con arcate a sesto acuto, è impreziosito dai battenti lignei del noto artista Antonio Bencivenni (1521), costituiti da quattro pannelli superiori (raffiguranti l'Annunziata, l'Arcangelo Gabriele, San Pietro e San Paolo) e sei pannelli inferiori aggiunti nel 1639. Alla destra della facciata si erge la torre campanaria, del XIII secolo, coeva all'abside.


IL SANTUARIO DI COLLEVALENZA

Nel loro insieme gli edifici religiosi del santuario sono una delle più significative espressioni di architettura sacra della seconda metà del XX secolo. Si tratta di un imponente complesso dotato di moderne strutture recettive inserite in una serie di costruzioni disposte sui versanti di una collina. Il nucleo centrale è formato dalla grande chiesa, consacrata nel 1962, opera dell'architetto spagnolo Julio Lafuente, e dalla cappella dell'Amore Misericordioso voluta da madre Speranza nel 1955. Questa, che costituisce il punto di partenza di tutto il complesso, venne eletta a santuario nel 1959 dal vescovo di Todi, Alfonso Maria De Sanctis, e ricevette la visita di Giovanni Paolo II nel 1981.


IL PONTE FONNAIA

Il ponte Fonnaia è una poderosa costruzione viaria di grossi blocchi di travertino perfettamente squadrati e dotati di bugnatura, situata nei pressi della stazione di Massa Martana, ad una sola arcata a tutto sesto, obliqua rispetto alla direttrice del ponte. L’arco sormonta una cornice, che sporge leggermente e si prolunga sia dentro il cunicolo sia sulle spallette laterali. Il ponte ha una larghezza di 20 metri ed è alto circa 10 metri. Ben conservati sono anche i fianchi del ponte, con grossi blocchi di travertino che rivestono una struttura interna a sacco.
In molti blocchi si riscontra la sigla “P II” o soltanto “II”, pertinente alla cava di provenienza del materiale. Il ponte venne costruito dai romani nel 220 a. C. ed ora si presenta nella veste assunta dopo i restauri d'epoca augustea (27 d. C.).
Permetteva alla via Flaminia, il cui tracciato è ancora ben conservato attraverso i campi, di valicare il piccolo affluente del Naia.